13 ottobre 2009
Scudo fiscale e articolo 30: non c’è paragone!
I link mentali sono fondamentali. Ancora prima della nascita di internet, era chiaro a chiunque che riuscire ad unire due o più materie tra loro estranee, e trovarne analogie “per andar oltre”, per leggerle in un modo nuovo era indizio di vitalità.
Vi propongo pertanto il seguente post, tra lo Scudo fiscale e l’articolo 30 (per saperne di più sull’articolo 30, leggere qui).
Mettete a fianco le due dichiarazioni: lo scudo fiscale si esaurisce in due pagine, così come la dichiarazione di cui all’articolo 30.
Ma lo scudo fiscale chiede dati – ovviamente – di accesso istantaneo per il contribuente (evasore). Denaro, beni immobili, altri beni, ed è fatta. Posso essere anche un malavitoso, per quegli importi mi viene dato un salvapassare ad un costo – come è noto – ridicolo.
La dichiarazione di cui all’articolo 30, invece, chiede dati e informazioni
a. formulandomi domande incomprensibili o disambigue
b. andando fuori tema (cioé fuori delega, cfr quando chiede dati sulle raccolte pubbliche di fondi di cui al 143 TUIR e non al 148 oggetto della legge)
c. obbligando al “domicilio coatto” presso gli intermediari, andando così contro lo statuto dei contribuenti (dove si legge “può” eleggere ecc e non “deve” – art 6, c 1)
Se la piccola associazione non invia la dichiarazione, invece, diventa di fatto ente commerciale (cfr Circ 12/09) che recita:
“Resta inteso che gli enti 11 associativi interessati dalle disposizioni fiscali di favore di cui agli articoli 148 del Tuir e 4 del Dpr n. 633 del 1972 non potranno più farne applicazione qualora non assolvano all’onere della comunicazione nei termini e secondo le modalità stabilite con il menzionato provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate”.
Ricapitoliamo: lo scudo fiscale è rivolto a quei soggetti che hanno scientemente evaso il fisco non dichiarando nel tempo le attività / i beni detenuti all’estero. Liberi tutti e nessuna conseguenza se pagate il 5%.
La dichiarazione di cui all’articolo 30 si rivolge ad un’infinità di soggetti “non abbienti”, nella speranza di cogliere nella rete gli evasori, ma penalizzando tutti, chi non sa, chi male interpreta, chi ha scritto uno statuto in modo magari non prerfetto, chi non paga consulenti e commercialisti per restare aggiornato.
Non c’è paragone; meglio essere evasore e detenere soldi all’estero!
Scritto il 13-10-2009 alle ore 19:31
che tristezza, anni di onesto lavoro, fatture, impegno, zero orologio, voglia di fare bene, portare fiori su segni di patria e alla fine fare calcoli per andare a lavorare all’esterno per risparimiare tasse!!!!
auspico che le creatività che si esprimono su questo blog diano anche positività creativa etica
Scritto il 4-12-2009 alle ore 18:05
[…] Dell’articolo 30 abbiamo già ampiamente parlato. Trattasi di quell’insensata idea dell’Agenzia delle Entrate di scovare i malfattori che si sono inseriti nel Terzo Settore decimando … il Terzo Settore. […]